Non sono una grande fan del quartiere di Montparnasse; quanto meno della Montparnasse di oggi, ma un tempo qui nel XIV arrondissement sorgeva uno dei più gloriosi quartieri degli artisti.
Insieme con Montmartre era l’epicentro tra gli anni Venti e Trenta della vita culturale degli Anni Folli (Années Folles).
I suoi caffè pullulavano di intellettuali ed erano luogo di incontro dove sono nate discussioni, idee e pensieri alimentati oltre dai grandi protagonisti anche dell’alcool e dalle numerose risse. Nel 1912 si stabilì qui Pablo Picasso e non passò molto tempo da quando venne raggiunto anche da Modigliani, Chagall, Matisse, Degas e Kandinskij attratti dalla vita dissoluta e bohemienne del quartiere.
Bar come Le Dôme, La Closerie des Lilas, La Rotonde, La Coupole, Le Select (tutti ancora oggi in attività), erano luoghi in cui tutti gli artisti -per lo più senza soldi- potevano occupare un tavolo per tutta la sera a pochi centesimi.
Se non potevano saldare il conto i proprietari accettavano dei disegni trattenendoli fin quando l’artista non aveva i soldi per pagare. Ci sono stati dei momenti in cui le pareti di questi locali erano inondate di arte da far invidia alle sale dei più prestigiosi musei.
Gli anni Venti, inoltre, furono caratterizzati dall’arrivo di numerosi statunitensi, forse stanchi dell’America puritana e del proibizionismo. Per alcuni, fu un modo per fare la bella vita, approfittando del cambio favorevole, per altri, quelli dall’estro artistico, fu il modo migliore per vivere al pieno il fervore culturale dell’epoca.
E’ proprio al Dingo Bar che si conosceranno un non ancora pubblicato Ernest Hemingway e il grande scrittore Francis Scott Fitzgerald.
La gloriosa vita culturale non durò però a lungo. Dopo la metà degli anni Trenta tutta l’area iniziò un processo di modernizzazione con la costruzione di una stazione ferroviaria. Sarà poi la Seconda Guerra Mondiale a dare il colpo di grazia all’epoca d’oro del quartiere. Molti dei suoi abitanti, artisti compresi, saranno costretti a partire per il fronte disperdendo così la “comunità” artistica.
Il quartiere che possiamo visitare oggi è caratterizzato per lo più da brasserie tipiche e dall’imponente Tour Montparnasse, un grattacielo costruito tra gli anni Sessanta a Settanta dal quale è possibile ammirare la Tour Eiffel.
Tra le altre attrazioni troviamo la Fondation Cartier, per l’arte contemporanea, e l’Osservatorio di Parigi che è uno dei più importanti del mondo.
Montparnasse deve anche la sua fama al suo Cimitero dove si possono trovare, come al Père Lachaise, tombe di personaggi celebri come Charles Baudlaire, Samuel Beckett e Serge Gainsbourg.
Passeggiare oggi in questo quartiere mi mette sempre un po’ di malinconia. E’ un po’ quell’angolo di città che ha perso l’atmosfera, lo scintillio e la spensieratezza oltre ad essersi trasformato tanto da renderlo irriconoscibile.
Sarebbe bello poter fare un salto all’indietro e partecipare ad una delle tante discussioni, spesso sfociate in rissa, di Picasso e Modigliani.
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