Ero un po’ curiosa di conoscere questo quartiere, il quartiere Maggiolina, di cui avevo sentito parlare per le sue case igloo, ma che non conoscevo assolutamente, anche perché molto distante dai luoghi di Milano che frequento di solito.
Con questa visita guidata, a cura di Akropolis Milano, svoltasi in una bella mattinata di inizio primavera, ho non solo visto luoghi sconosciuti, ma anche appreso diverse notizie sulla mia amata città.
Il ritrovo era vicino a viale Zara, da lì ci siamo recati alla Villa Mirabello: una costruzione interessante, esempio di villa – cascina suburbana rinascimentale, un tempo situata in campagna ed ora assorbita dallo sviluppo urbano.
Villa Mirabello dapprima fu proprietà di Filippo Maria Visconti poi del banchiere Pigello
Portinari, committente della cappella di Sant’Eustorgio. Nel corso della storia ha ospitato personaggi illustri tra cui Ludovico il Moro e oggi è sede di una Onlus dedicata ai non vedenti.
Non è stato possibile visitarne l’interno, tuttavia la vista di un edificio così antico e nobile in una zona quasi periferica è stata una sorpresa davvero interessante.
Proseguendo nel nostro giro abbiamo visto una zona dove, negli anni ‘30, sono state costruite delle case popolari molto decorose, a due piani, ciascuna con un piccolo giardino; nel lato opposto della strada si innalzavano invece delle villette dei primi anni del ‘900, certamente abitate da famiglie di ceto molto più elevato: forse un tentativo di realizzare nello stesso quartiere una forma di omogeneità tra classi sociali differenti.
E finalmente abbiamo raggiunto le case igloo: si trovano in via Lepanto. Vennero progettate, dopo la seconda guerra mondiale, dall’Ingegner Mario Cavallè. Ogni casetta occupa circa 50 mq più il giardino e si sviluppa su due livelli: pianterreno e seminterrato. Delle dodici inizialmente realizzate, oggi ne sopravvivono otto, non tutte in ottime condizioni. Lo stesso Cavallè aveva anche realizzato le case fungo, purtroppo però demolite negli anni Sessanta.
Spostandoci quindi in Piazza Carbonari abbiamo potuto ammirare alcuni edifici moderni, tra cui il Palazzo di Luigi Caccia Dominioni. Si tratta di un palazzo residenziale di 7 piani, dalla forma asimmetrica e irregolare su i due lati più lunghi, mentre le superfici esterne sono uniformi, completamente ricoperte di clinker marrone scuro.
Infine un’ultima curiosità: ma perché il quartiere si chiama Maggiolina?
Il termine è di origine incerta: secondo la tesi più accreditata potrebbe derivare dalla parola “magiòster” che in dialetto milanese significa “fragole”, coltivate nel giardino di una vecchia cascina, demolita nel 1920, al cui posto si erge oggi una chiesa moderna, dedicata a Sant’Angela Merici.