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Lo strano destino del bidet

Faccio parte della categoria di persone che fino a poco tempo fa non sapeva che il bidet, l’oggetto più disquisito in materia di igiene, è stato inventato proprio in Francia tra XVII e il XVIII secolo. Nella nazione dove, ironia della sorte, è meno diffuso.
Quando Monsieur Alphonse Bidet, valdostano emigrato a Parigi, ideò la sua innovativa invenzione corse subito a presentarla alla Corte del Re Sole, ma Sua Maestà gli diede un bel due di picche: benché comprendesse bene – come gli fece sapere – l’essenziale utilità dello strumento, il Re non reputava necessario trattare il proprio fondoschiena come se fosse una faccia, ovvero dandogli importanza e cure particolari.
A fare, diciamo, fortuna con l’invenzione del valdostano fu invece un francese, tale Christophe Des Rosiers, che ne acquisì i diritti e prese a commercializzarlo, facendo cadere nell’oblio il nome di Bidet, tanto che ancora oggi c’è chi ritiene che la parola “bidet” derivi da “pony“, per via della somiglianza fra la postura che si assume sul sanitario e la posizione di quando si è seduti sul cavallino. Ad ogni modo anche per Des Rosiers non fu semplice convincere i re ad adottarne l’utilizzo. A Versailles ne vennero montati un centinaio, ma furono tolti nel giro di pochi anni perché ritenuti inutili.
L’igiene personale, come è noto, non era prioritaria per i reali francesi. Si dice che il Re Sole, anche dietro consiglio dei medici, si lavasse davvero molto poco, per paura di contrarre malattie. Da questa abitudine assai diffusa, pare, sia nata l’arte profumiera francese: tentare di coprire con il profumo il cattivo odore era l’unico modo per poter vivere in società, per quanto l’usanza fosse diffusa e conclamata.

UN PO’ DI STORIA

Le cronache dell’epoca ci raccontano che fece la sua prima comparsa negli anni Venti del Settecento nell’abitazione di Madame de Prie, amante di Luigi- Enrico di Borbone Condé, ovvero il primo Ministro di Luigi XV, che racconta di essere stato ricevuto da Madame de Prie a “cavallo” di uno strano sgabellino a forma di violino. (La traduzione di bidet dal francese è piccolo cavallo).
Nonostante fosse abbastanza diffuso nella case aristocratiche e signorili, il bidet non ebbe però un grande successo a causa della scarsa attenzione per l’igiene dell’epoca. Così finì per essere prevalentemente usato nei bordelli dalle prostitute.

E IN ITALIA?

In Italia il bidet si diffuse capillarmente dalla seconda metà del Settecento, quando la Regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo – Lorena pretese un bidet nel suo bagno personale alla Reggia di Caserta, senza preoccuparsi che l’etichetta francese considerava il bidet “strumento di lavoro da meretricio”. Grazie a questa scelta il sanitario si diffuse in Italia, partendo dal Regno delle Due Sicilie per poi estendersi al resto della Penisola. Dopo l’Unità d’Italia, nella Reggia di Caserta i funzionari sabaudi si trovarono di fronte al bidet che non conoscevano e nel redigere l’inventario degli oggetti presenti, lo indicarono come “oggetto per uso sconosciuto a forma di chitarra”.