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Interviste

Abbiamo intervistato Mattia di Scarbolowines!

Di 08/03/2021Aprile 30th, 2021No Comments

Ti va di presentarti ai nostri lettori?

Certo, sono Mattia Scarbolo e lavoro in azienda da 3 anni dopo aver lavorato in finanza negli USA.

Ho risposto al richiamo alle radici. 🙂

Ci racconti un po’ di Scarbolowines?

Scarbolo è l’azienda agricola di famiglia, fondata da Valter Scarbolo quando ha rilevato le poche vigne dalla fattoria del nonno.

Da lì, ha iniziato ad imbottigliare i vini ma sin da subito ha riscontrato difficoltà sul mercato a causa della denominazione riportata nelle bottiglie, solitamente associata a vini “industriali”.

Quel feedback ha segnato l’identità della nostra Cantina sin dall’inizio: in modo ribelle, vogliamo dar valore all’altro lato della medaglia. Da allora, abbiamo continuato ad investire nel Grave e nel Pinot Grigio, varietà che ha sofferto della stessa “reputazione”, per poter dimostrare l’eccellenza di cui entrambi sono capaci.


Quando è nata la vostra azienda ?

Nel 1982, quando il nostro babbo ha lasciato il lavoro d’ufficio e comprato 2 ettari di vigneti dal nonno.


Qual è la vostra filosofia?

Con i nostri vini, cerchiamo equilibrio.

I nostri vini maturano a lungo e, grazie alla terziarizzazione, dimostrano il valore del tempo; sono pieni e con nervo, riflettono il terroir in cui crescono le viti.

Come spirito, siamo ribelli: da sempre abbiamo fatto di testa nostra, lavorando per esprimere ciò in cui crediamo anche quando questo poteva andare in diretto contrasto al sentimento di mercato (oltre al focus nel Grave, i vini macerati, ad esempio, fanno parte della nostra produzione sin dai primi anni 2000, quando il commento più comune era “sono rosè / ossidati!”).


Quali Paesi servite?

Serviamo il Nord America, i paesi del Benelux e la Russia, e l’Asia Orientale, per un totale di 16 paesi.

Ci stiamo dedicando ad espandere la nostra presenza in Europa al momento.


Sei mai stato a Parigi?

Si, ma non è mai abbastanza. 🙂


E a Milano?

Si, ci vivo parte della settimana.


Come ti vedi tra 5 anni e come vedi Scarbolo fra 5 anni?

Abbiamo tanta carne al fuoco, tra cui in primis la costruzione della cantina nuova (che dovrebbe essere pronta a fine anno). Oltre a questo, vorrei solidificare la nostra presenza in Italia ed aggiungere almeno due persone al team per continuare a crescere. Io, tra cinque anni, spero di poter dare più spazio anche ad altri aspetti della mia vita.

Quale o quali sono le passioni che sono il tuo motore nelle scelte di vita e nei tuoi progetti?

Non nascondo che ci sia un desiderio di riscatto, personale e per gli sforzi del babbo. Oltre a ciò, ammiro l’eccellenza e lo sforzo costante per dare il massimo che questa comporta (nel vino, nella moda, nell’hospitality) e voglio provare a fare lo stesso. Tutto è a portata di mano e realizzabile se si lavora con cervello e duramente.


Immagino che se fossi un vino di tua produzione, sceglieresti quello a te dedicato giusto? Puoi raccontarci qualcosa in più di questo vino?

In verità no: sarebbe troppo facile eheh! Il vino con il mio nome si chiama così perché è un cru, dalla vigna che ha piantato il mio babbo quando sono nato e che mi ha dedicato (lo stesso vale per mia sorella Lara, che è la nostra rockstar enologa) – curiosamente, questo vigneto si trova in un’unità pedologica unica in tutto il Grave, grazie alla sua forte prevalenza di limo che dona un’incomparabile finezza al vino. Tra tutti i vini, sceglierei ILRamato, il Pinot Grigio macerato a freddo che rappresenta la visione più contemporanea dei vini ramati. È il connubio di tutta la nostra filosofia ed ha una beva inconfondibile.


E se dovessi abbinare un vino della vostra cantina al nostro blog quale sceglieresti?

Direi il Campo del Viotto, un Merlot in stile bordolese con influenze Veronesi (grazie all’appassimento di parte dell uve, similmente all’Amarone). Il filo conduttore sono l’unione della nostra identità (Italiana) con quella d’Oltralpe e la semplice eleganza.

Mattia ci ha fatto scoprire 3 incredibili bottiglie della sua cantina.

Lasciamo che sia lui a raccontarvele..

ILRamato 2019 –

Vinifichiamo Pinot Grigio macerato da quasi 20 anni con l’XL. Mentre quest’ultimo fermenta sulle bucce e matura in legno, ILRamato è una visione più contemporanea e fresca del Pinot Grigio ramato, affrontando una macerazione a freddo pre-fermentativa di 24 ore, e maturando in acciaio e sui depositi fini. Vogliamo che questo vino sia il ponte di collegamento tra l’interpretazione contemporanea della varietà e lo stile classico.

Mattia {Beyond Pinot} 2016 –

Un’altra delle nostre quattro interpretazioni del Pinot Grigio, qui diamo spazio ad aspetti spesso (purtroppo) messi in secondo piano con questa varietà, a causa della brutta nomea che le è stata attribuita: tempo ed equilibrio. Questa è la nostra massima espressione in bianco del cultivar, un vino pieno ed equilibrato, che raggiunge la sua espressività grazia ad una significativa terziarizzazione ed all’élevage in legno, che contribuiscono ad equilibrare la debolezza e la spesso sgraziata acidità di troppi Pinot Grigio.

Refosco 2013 –

La varietà autoctona di cui vogliamo essere ambasciatori. Anche alla luce dei cambiamenti climatici e del voler ragionare con prospettive di medio-lungo termine, crediamo molto nel potenziale della nostra terra per questo vino rosso ed infatti ci stiamo dedicando ad esso con forza. La nostra visione per il Refosco è nata 30 anni fa, con tutte le uve lasciate appassire (anche in onore di ed ispirati dalla paternalità genetica di questo cultivar), poi fermentate in acciaio ed il vino lasciato maturare in legno per tre anni. Ora, con le temperature medie in crescita, abbiamo deciso di ridurre gradualmente la percentuale e la durata dell’appassimento. Tutto ciò alla ricerca di un Refosco pieno e persistente ma con tensione ed un tannino setoso. Così, perlomeno, ci piace immaginare l’espressione “giusta” di questa varietà. 🙂

Ringraziamo Mattia della sua carica e della sua motivazione (oltre che delle meravigliose bottiglie che ci ha regalato) e vi invitiamo a scoprire questa cantina speciale, frutto del lavoro di una di quelle famiglie italiane che ci rendono fiere del nostro Paese.

Aurora

Una milanese a Parigi