Il Salone del Mobile a Milano
Sotto un cielo caraibico e con un sole caldo quanto basta per far venire voglia di abbandonare sciarpa e cappotto per un fresco e svolazzante trench nei colori della primavera, è partito a Milano il Salone del Mobile, fiera simbolo della città (e dell’Italia) nel mondo.
In contemporanea, come ogni anno, è partita la Milano Design Week, alias il “Fuorisalone” evento parallelo ed altrettanto rinomato, legato al tema del design e durante il quale la città diventa teatro di esposizioni di ogni genere, forma e colore … oltre che passerella d’eccezione per creativi di ogni estrazione e provenienza.
Gli eventi del Fuorisalone sono distribuiti in tutta Milano, anche se si concentrano in tre distretti: Tortona Design Week, Brera Design District, e Ventura Lambrate.
Sarà che sono un po’ sentimentale (vivo nel cuore del distretto) ma abitando in zona Tortona per me il Fuorisalone è un po’ uno stato dell’anima, soprattutto comincia molto prima, o forse non riesce a finire prima che cominci il successivo … e quindi è proprio da qui che ho deciso di cominciare il nostro giro.
Zona Tortona nasce come ex area industriale trasformata in quartiere residenziale ed oggi luogo permanente di sperimentazione ed innovazione per il mondo della moda e del design che ha scelto proprio ex fabbriche ed opifici abbandonati per installarvi teatri di posa, head-quarters e poli creativi.
Cuore pulsante di Zona Tortona è il Superstudio Più, una multi-location moderna, polifunzionale e trasversale, che, con i suoi 10.000 mq di superficie espositiva, anche quest’anno ospita il SuperDesign Show, passerella d’eccezione della kermesse. E come sempre la nostra scelta è stata premiata…
Cominciamo col dire che quest’anno il tema che ispira e accomuna tutto quello che abbiamo visto è il futuro e futuribile di oggetti, materiali e soluzioni di design entrati nell’uso quotidiano.
WHITE PAGES: scrivere insieme il mondo che ci attende domani. Un invito, come spiega bene il comunicato stampa, a portare in esposizione non solo oggetti e proposte di pronto consumo ma anche progetti futuribili e sperimentali raccontati al pubblico con parole e installazioni in una ideale “pagina bianca”.
Puntare sulla ricerca, sullo straordinario quotidiano, sulla libertà di scelta, sulle contaminazioni tra classico e avanguardia, tra industria e artigianato, tra tradizione e futuro, tra semplicità e meraviglia.
L’area espositiva comincia proprio dal Material’s Village, un villaggio fatto di casette perfettamente incastonate nel giardino, ognuna dedicata ad un progetto, collegato al mondo dei materiali, con applicazioni nei settori più diversi. Più di trenta le aziende coinvolte, tutte collegate a Material Connexion Italia, il più grande centro di ricerca del mondo sui materiali innovativi e sostenibili. Le abbiamo visitate tutte e nei prossimi giorni vi parleremo più approfonditamente anche di loro.
Vi anticipiamo già che, da donne pratiche oltre che di estremo charme, abbiamo trovato tantissime novità perfette per dare nuova vita e smalto anche agli angoli più remoti e dimenticati dei nostri appartamenti.
Finito questo primo giro, approfittiamo di Urban-tree –lounge per un pisolino, su comode sedute ed all’ombra di un cielo riflettente da cui pendono fronde di pellicola riflettente, leggera e fluttuante al ritmo della brezza primaverile.
Risvegliate dal nostro torpore dal vociare di giornalisti ed addetti, come Alice all’inseguimento del bianconiglio, decidiamo che è il momento di attraversare il giardino e lanciarci alla scoperta delle meraviglie nascoste dietro ogni porta … gigantesche molecole di vetro, amorfe e luccicanti, che fluttuano e si illuminano sospese a fili invisibili. E’ Dragontrail di AGC Asahi Glass, una lastra di vetro sottilissimo, resistente, flessibile ed infrangibile utilizzata per smartphone, tablet e altro.
Sempre all’insegna della natura e della luce, la ragnatela fittissima e vibrante di colore e suoni creata da Citizen, unendo in un magico intreccio centinaia di migliaia di cuori di … orologi! Anche in questo caso spalanchiamo gli occhi e rimaniamo incantati dalla magia del luogo e degli effetti.
Il percorso continua ed è popolato di esseri immaginifici e maestosi … il primo è un obelisco di 4 metri di altezza, imponente e misterioso realizzato da Maria Cristina Carlini per rappresentare un’ideale proiezione nel futuro, utilizzando in realtà un simbolo dal fascino antico e misterioso.
Girato l’angolo incontriamo la testa di un rinoceronte che spunta da un muro ad indicarci la direzione da seguire, verso una strada popolata da altissime piante di agave, monoliti composti da lische impilate e sfere sovrapposte a richiamare la sagoma di guerrieri silenti, tutti opera Marvel Marble. Ed ancora grandi totem di acciaio, pannelli dorati e bambole di resina di Flavio Lucchini.
Con la testa che già comincia a girare, decidiamo che è il momento giusto per visitare il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto, sul roof garden di Superstudio Più.
Ci accoglie un terrazzo verdeggiante su cui spicca un percorso di mattoncini che disegna due simboli di infinito intrecciati e che oggi … è coltivato a orto e giardino dalle famiglie del quartiere. Non solo, la nostra guida ci racconta che questa è diventa anche la dimora di una coppia di germani reali che l’ha scelta per nidificare e far nascere i propri pulcini,
Che dire, ci godiamo una pausa all’ombra, con uno sguardo su via Tortona che comincia a riempirsi della folla delle grandi occasioni ed uno allo skyline di questa città, frenetica e creativa come non mai.
Seguiteci, la nostra avventura è appena cominciata!