Che eleganza indossare una giacca di Chanel con un paio di Jeans!
Quando penso all’icona per eccellenza della parigina riesco ad associare un solo nome, Inès de la Fressange: una delle poche, se non rare, che riescono con un look acqua e sapone ad apparire sofisticate e chic.
Un modo di fare il suo diverso dalle tante maniquenne che hanno calcato con lei le più prestigiose passerelle del mondo, portando alla ribalta un’eleganza semplice che poi attraverso la sua carriera di stilista ha continuato a rinnovare.
Classe 1957, figlia di aristocratici ed un futuro da avvocato già scritto, che però improvvisamente cambia quando all’età di soli 17 anni venne fatta sfilare per la prima volta a Parigi.
La grande occasione arriva quando nel 1980 incontra Karl Lagerfeld che le offrirà un contratto esclusivo con la maison Chanel, rivoluzionando il mondo rigido ed impostato delle sfilate proponendo un modo di calcare le passerelle anticonformista, parlando, ridendo e camminando come se fosse una donna “comune” e non un mito irraggiungibile.
L’idillio con Chanel terminò quando le venne offerto otto anni più tardi di prestare la sua immagine per la rappresentazione delle Marianne. (La personificazione della repubblica francese).
La sua risposta fu positiva, ma Lagerfeld non la prese bene etichettando la scelta di Inès come “provinciale e localistica”. Questo mise un definitivo punto con Chanel.
Da questo divorzio iniziò però un periodo nuovo e ricco di nuove sfide per la modella che fu prima designer e poi consulente per Jean Paul Gualtier. Ma la vera svolta alla sua carriera la diede l’italianissimo Diego della Valle, patron di Tod’s che dopo aver acquistato il marchio Roger Vivier, firma del lusso senza compromessi, le assegnò il titolo di Brand Ambassador.
Se dovessi definire il suo stile da parigina lo riassumerei in una sola parola: FURBO.
E’ stata la prima ad essere capace di mescolare un capo comprato in un grande magazzino con uno di marca. Ha sempre detestato il total look griffato per preferire un’eleganza senza ostentazione. Come dice lei stessa
“A volte basta indossare un semplice maglione blu di cachemire per renderti bella”.
Oggi Inès è una donna impegnata che disegna e si occupa della sua collezione e ci insegna che nella vita come nella moda bisognerebbe seguire meno stereotipi ed avere più libertà.
Libertà si, ma rimangono però alcuni errori da evitare quando si tratta di outfits. Ed Inès durante una sua ultima intervista per un quotidiano francese ci ricorda che:
I leggings: a meno di avere 11 anni e di praticare la danza, i leggings non stanno bene a nessuno. Sono tollerati con un maglione a filo grosso ma solo se si resta in casa.
Il piumino lungo: sì a quello corto in montagna. Quello lungo pieno di piume va bene se si vuole diventare la testimonial di un fabbricante di pneumatici.
Gli zoccoli di plastica: se ne vendono a migliaia ma non mi piaceranno mai. Da evitare anche per i bambini, lo stile si impara dall’asilo.
Il total-look firmato: anche se si dice che Dio è un creatore, non sacrificate il vostro stile a un creatore che non è certamente Dio.
Il bustino in lycra: la lycra va bene solo per lo sport. Se il bustier è troppo piccolo si entra subito nella categoria “volgare”.
Mostrare troppa pelle: basta una t-shirt troppo corta e una minigonna e diventate subito una da reality show
Pantaloni a vita troppo bassa: vista su mutandine e perizoma. Non c’è neanche bisogno di dire cos’è che non va.
Inès è stata, tra le tante altre cose, autrice di numerosi libri dedicati alla moda, allo stile parigino e al bon ton. Se volete leggere qualcosa di curioso e diverso, visitate il nostro sito “i libri di una milanese a Parigi” dove potete trovare tutte le recensioni dei suoi testi.
- La Parigina – Guida allo chic.
- La mia Parigi.
- Come mi vesto oggi? Il look book della Parigina.
- Il parigino.
- Sotto i tetti di Parigi.