Quando tutto sarà finito.
La cosa che più mi ha fatto riflettere in queste settimane di caos è quanto noi italiani non abbiamo nessun rispetto delle regole.
Forse i così detti luoghi comuni su noi sono veri; non rispettiamo mai le file, dobbiamo sempre sorpassare quello più lento, trovare il modo per “raggirare” il sistema.
Siamo un popolo di furbi? Io non credo.
Quello che siamo è un popolo di irresponsabili. Questo è l’aggettivo che ci si cuce meglio addosso.
CORONA VIRUS. È questa la parola più cliccata e cercata sui motori di ricerca. Un misterioso virus che dalla Cina si è rapidamente diffuso in quasi tutto il mondo.
Influenza? Banale influenza? C’è chi lo ha definito tale e noi all’inizio ci abbiamo creduto. E non potrebbe essere altrimenti quando si è davanti a qualcosa che non si conosce.
Poi ci sono stati i primi rimpatri dei nostri connazionali in Cina, gli isolamenti, i primi casi, le quarantene e ora i numerosi contagi. Lombardia e Veneto le regioni più colpite.
Ed ecco arrivare i primi decreti confusi e i primi divieti. Il governo, forse all’inizio ingenuo, ha pensato a delle mezze misure. Ora invece siamo verso il blocco totale.
E noi? Come ci siamo comportati? Direi come sempre. Nella strafottenza di dire “tanto a me non capiterà” e dopo un breve momento di panico, abbiamo ripreso le nostre vite e con queste sono arrivate le nostre polemiche. Di tutto quello fatto, non ci stava bene nulla. Siamo un popolo di insoddisfatti.
Già mi immaginavo: “se non mettevano i blocchi” se ne fregano, “se mettono i blocchi” non è la peste, “ se le scuole chiudono” i divieti sono restrittivi, “se le scuole non chiudono” fanno di tutto per diffondere il virus. Insoddisfatti forse è la parola sbagliata. Siamo un popolo di rompicoglioni.
Ci siamo preoccupati di tutto in queste settimane, tranne della nostra salute e di quella dei nostri cari. Siamo stati distratti.
Poi c’è l’economia che si sta fermando, la borsa che va giù. I negozi che chiudono.
Ma lasciatemi dire che siamo una Nazione importante, piena di storia, di arte, di cultura. Siamo la casa di infiniti talenti, custodi di luoghi bellissimi. E la nostra forza si vede nel momento del bisogno. Presto o tardi ci rimetteremo in piedi.
Siamo una nazione forte. Una nazione che ha fatto di tutto per fare più controlli possibili, che sta schierando in prima linea infermieri, medici e specializzandi, che stanno lavorando senza sosta per poter garantire a tutti di essere curati.
Poi c’è il web, la parte bella dei social e del potere della condivisione. Sono stati raccolti moltissimi soldi per creare nuovi posti di terapia intensiva.
Iniziamo da noi, siamo intelligenti, rispettiamo le regole. Restiamo a casa. Tuteliamo la nostra salute e quella delle persone che ci stanno accanto.
Quanto tutto questo sarà finito, avremo imparato che siamo davvero una grande nazione, bastava solo crederci.