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IntervisteUna mamma a Parigi

Per conoscermi meglio…

Non scrivo mai molto di me su queste pagine, un po’ per riservatezza ed un po’ perché non sono mai troppo sicura che vi interessi davvero.

Poi leggo le vostre lettere, i vostri messaggi e mi rendo conto che in realtà, a voi, miei amati lettori, piacerebbe conoscermi di più, sapere chi si cela dietro le tante righe scritte in questo anno e mezzo…

Ecco allora l’idea, copiando da un celeberrimo film, di completare la mia personale lista dei

Mi piace e non mi piace

 

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J’aime

1. Incrociare sul metro altre persone che leggono un libro

Niente Iphone, Ipad, Kindle.

Un buon vecchio libro, uno di quelli che quando lo apri per la prima volta ha quell’inconfondibile aroma di pagine nuove, mai aperte, intatte.

Veder leggere le persone intorno a me mi infonde un’ incomparabile fiducia nel futuro…

2. Il sorriso sdentato delle mie bimbe quando rientro dal lavoro

Non é facile essere una madre ed una professionista che non dimentica pargoli né clienti.

E’ quasi un’impresa in verità.

Ma l’accoglienza che mi riservano le mie due gemelle, ogni sera, mi fa capire che, a modo loro, approvano che la  mamma non abbia rinunciato ai suoi sogni.

3. Il profumo (sì per me é un profumo) della sala d’attesa del Prof. Ville all’ospedale Necker

Potrei scrivere un articolo intero sul mio soggiorno alla maternità di Necker e magari un giorno lo farò.

Il solo fatto che io ricolleghi quell’odore misto di disinfettante ed ospedale ad un ricordo meraviglioso, di cui a volte sento la mancanza, credo possa farvi immaginare la tenerezza e l’affetto con cui ripenso al Prof. Yves Ville, la persona che ha preso in braccio per prima le mie due bambine.

4. Il rumore del caffé che esce dalla mia bialetti tutte le mattine

Ed il mio parigino che mi prepara ogni giorno la colazione…

5. Il solletico dell’erba rorida quando cammino a piedi nudi in un giardino

Di colpo sono di nuovo la bimba che ero, e mi lascio avvolgere da un misto di ricordi e dolce nostalgia.

6. Attraversare i ponti sulla Senna

Ed estasiarmi ogni volta, guardando questa maestosa Parigi, che mi si offre su una tela di nubi e di colori di luce.

7. Di tanto in tanto, viziarmi un po’ e prendere un taxi per andare al lavoro

A dire il vero é parecchio tempo che mi affido all’applicazione “chauffeur privé” piuttosto che ai taxi parisiens, per tante ragioni che é inutile illustrare in questa sede… In ogni caso lasciarmi eccezionalmente condurre dal V arrondissement al XVII la mattina presto é uno dei piaceri della mia vita parigina.

Osservare i cafés che cominciano a tirare i loro tendoni ed a sistemare i tavolini, incrociare con lo sguardo i corridori mattinieri, approffitare di una città non ancora invasa dal caos delle automobili e dei pullman carichi di turisti.

Il sole che si sporge tra le lunghe nubi e la mia Parigi che mi dà il suo buongiorno…

8. Il suono degli strumenti che vengono accordati dagli orchestrali prima dell’inizio di un concerto

Ho un nonno favoloso, ho questa incredibile fortuna.

Un nonno a cui devo molto di quella che sono.

Un nonno che aveva un palco al Teatro alla Scala e un posto alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano e che mi ha sempre portata con lui a sentire i concerti.

Il primo all’età di 5 anni, me lo ricordo ancora perfettamente.

Quel meraviglioso accordarsi di strumenti prima dell’arrivo del direttore d’orchestra é uno dei miei momenti magici.

9. Ascoltare i racconti delle mille e una vite vissute dal mio nonno novantasettene

Vedi punto sopra 🙂

10. I vernissages al Palais de Tokyo

Chi mi legge da un po’ ormai, credo, conosca la mia passione per questo Museo.

I suoi vernissages sono qualcosa di più: un viaggio nelle opere contemporanee che diventano reali.

Toccare, esplorare, giocare con una creazione per scoprirne il vero significato.

Il tutto con “une belle coupe de champagne” tra le mani: what else? 🙂

Je n’aime pas

1. La frase “c’est un malentendu

Non c’é quasi mai un “malentendu“, ma quasi sempre qualcuno che cerca, utilizzando questa frase, di camuffare goffamente che stava cercando di fregarvi.

2. La place de la  Concorde invasa dalle macchine

Una piazza incantevole, le sue fontane amabilmente decorate, la circolarità e la vista da un lato sulla Tour Eiffel e dall’altro sui Jardin des Tuileries , si perdono tra le colonne di macchine e le esalazioni dei gas di scarico.

3. Le folate di “vento” nel metrò

Ho sempre l’impressione che in queste strane brezze interne si celino germi di ogni tipo e residui organici multiformi e di dubbia provenienza. Spero di sbagliarmi.

4. I pettegolezzi

Il “te lo dico ma non dirlo a nessuno” che presuppone già che la cosa che si sta per dire farà o potrebbe fare soffrire qualcun altro.

5. Il lato sporco della Madeleine

C’é il lato pulito, luminoso, imponente che vi accoglie se arrivate da Place de la Concorde e l’altro, l’envers du décor, che vi attende se fate il giro della piazza: sporco, nero e triste.

6. La competitività femminile sull’ambiente di lavoro

Ho sempre mal sopportato le donne che al posto che darsi una mano e sostenersi, combattono guerre intestine nei confronti di altre potenziali concorrenti, senza esclusione di colpi.

Le stesse che sono poi remissive nei confronti di un qualunque rappresentante del genere maschile. Fortuna vuole che la vita regolarmente rimetta al loro posto queste ambigue carrieriste da quattro soldi.

Perché anche nella realtà professionale quel che conta di più é l’umano e chi se ne dimentica, per una strana legge del destino, paga sempre.

7. Le Ferrari

Macchine estremamente mal portate. Come i calzini del punto successivo.

8. I calzini corti maschili

Il pantalone si alza e come per magia si intravede una fascia di peluria tra l’orlo del pantalone e l’inizio del temibile calzino. Direi l’antisexy per eccellenza.

9. Le rose blu

Non so se sia il legame con Zarrillo a farmi questo effetto o semplicemente il fatto che le rose blu non esistono in natura e devono essere forzate ad assumere un tale colore, peraltro, non particolarmente allegro.

In ogni caso un bel bouquet di Peonie é senza dubbio la scelta più azzeccata se volete farmi un regalo!

10. I clacson

L’inquinamento acustico a Parigi é ai limiti: ogni volta che uno non scatta al semaforo/rallenta/ fa passare un pedone, ecco pronto dietro di lui qualcuno che suona all’impazzata. Calma amico, calma, tanto al prossimo feu rouge sei di nuovo fermo pure tu..

 

 

E per finire …

  • Uno scrittore: Victor Hugo
  • Un compositore: Beethoven
  • Un pittore: Raffaello
  • Un libro: “La Première Gorgée de bière et autres plaisirs minuscules” di P. Delerm
  • Un film: “La vita é meravigliosa” di F. Capra
  • Un attore: Cary Grant
  • Un’attrice: Diane Keaton
  • Una canzone: “Ricordati di me” di A. Venditti
  • Una poesia: “Mattina” di G. Ungaretti
  • Un quadro: “Jeunes Filles au piano ” di  A. Renoir

 

 

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