New York. Isola di Manhattan. 1961.
C’era una vota una donna bellissima con un vestito nero in una commedia romantica.
Il tubino di Givenchy che Audrey Hepburn indossa nella pellicola Colazione da Tiffany è la quintessenza dell’eleganza. D’altronde come biasimare Holly Golightly?
Solo guardandolo, completo dei lunghi guanti di raso e abbinati agli occhiali cat-eye, viene voglia di indossarlo anche solo per fare colazione.
Una sorta di “matrimonio” durato quasi quarant’anni. O meglio una storia d’amore platonico che ha attraversato intatta quattro decenni. E’ così che Hurbert de Givenchy, recentemente scomparso alle porte di Parigi, ha definito il suo legame unico con la sua musa per antonomasia.
Lui, stilista aristocratico, lei Audrey Hepburn, una delle poche donne a potersi permettere davvero l’appellativo di “icona”.
La loro storia, come succede per tutte le storie più belle, nasce da un grande equivoco.
Hubert de Givenchy, giovane couturier in piena ascesa, nel 1953 venne chiamato durante la lavorazione di un film, per vestire una grande diva del cinema, la Hepburn.
Vestire Katherine, la più amata delle stelle di Hollywood del tempo, era davvero un colpo grosso oltre che un grande onore.
Il giovane stilista si mise subito a disposizione della produzione che fissò un primo incontro nell’atelier del sarto a Parigi.
Quando bussarono alla porta pensò che da li a poco si sarebbe trovato di fronte la più amata attrice di tutti i tempi. Peccato che si trovi davanti una giovane molto alta, con i capelli nero corvino e gli occhi da cerbiatto semi sconosciuta.
Dopo qualche momento di incertezza e perplessità la ragazza disse “Lei si aspettava Katherine, io sono Audrey. Non si preoccupi, succede spesso. Vuole che me ne vada?”
E’ questione di un attimo. Givenchy, prima di tutto gentiluomo, invita la ragazza ad entrare e le disse che sarebbe stato un onore vestirla.
Si innamorò subito di quella figura etera e sottile. I due da quel momento furono inseparabili. Hubert non diventerà solo il suo stilista di riferimento ma uno degli amici più cari.
In un’epoca dove le scene erano dominate dalle bombe sexy in stile Marilyn Monroe, in cui la silhouette femminile doveva essere esplosiva, sensuale e curvilinea, Audrey si era creata un genere a sé stante. Alta, sottile e soprattutto elegante la si notava perché non si poteva fare a meno di fissarla. Attraverso i modelli che Givenchy disegnava per lei, riusciva ad esaltare la sua figura e a farla sentire sempre se stessa.
Glu uomini se ne innamoravano e le donne l’ammiravano senza riserve, soprattutto per quell’idea di eleganza spontanea e non artefatta che l’ha sempre contraddistinta.
Il tubino nero compie 57 anni, ma non li dimostra anzi, a guardarlo con attenzione oggi è più affascinante che mai.
Recentemente il tabloid britannico Daily Mail ha realizzato un sondaggio fra le sue lettrici per scegliere il capo di abbigliamento che non dovrebbe mai mancare nel guardaroba di una donna. Il capo più votato risulta proprio essere il tubino nero di Givenchy.
Audrey aveva reso quel piccolo vestito nero un caposaldo della moda che ha retto allo scorrere del tempo, diventando una leggenda dell’haute couture attraverso uno stile femminile nel senso più ampio del termine.
D’altronde chi non ha mai sognato di sgusciare fuori da un taxi per addentare una brioche davanti ad una delle gioiellerie più famose al mondo in una Manhattan deserta? Chi di noi non ha mai sognato di essere avvolta in quel raso nero senza maniche imitando la spigolosa quanto seducente Holly?