Un’assenza di dieci anni e trecento opere selezionate dal grande critico d’arte Achille Bonito Oliva, non possono che rendere il ritorno di Warhol nella scena meneghina, un evento imperdibile. Una figura, la sua, tra le più emblematiche della pittura americana.
Pittore, scultore, fotografo e padre della Pop Art. Dotato di grande abilità comunicativa trasformò la propria figura da artista a divo. La sua brillate carriera ebbe inizio come grafico pubblicitario per una delle riviste più blasonate del mondo come Vogue. E fu da questo mondo che approdò all’arte.
La maggior parte delle opere esposte in questa coloratissima esposizione è di provenienza dell’Estate Andy Warhol, due di Keith Haring e di altre prestigiose collezioni private. Dai disegni degli anni 50 alle icone Liz, Jackie, Marilyn, Mao, Flowers, Mick Jagger ai ritratti; sono presenti tele, carte, sete, le famose ed uniche Polaroid, per arrivare agli acetati che fanno parte della seconda fase del suo lavoro altrettanto importante.
La mostra milanese vuole documentare questo avvincente percorso: dagli oggetti simboli del consumismo di massa, ai ritratti dello star system degli anni ’60; dalla serie Ladies & Gentlemen degli anni ’70 dedicata alle drag queen, i travestiti, simbolo di emarginazione
per eccellenza e considerati alla pari di star come Marilyn, sino agli anni ’80 in cui diviene predominante il rapporto col sacro: cattolico praticante, ne era stato in realtà pervaso per tutta la vita.
Da non perdere!