“Per dormire indosso solo due gocce di Chanel”. Una frase ormai entrata nella leggende e detta da una donna, Marilyn Monroe, incarnazione della femminilità e della sensualità.
Celebrati dalla letteratura, analizzati dalla psicologia e studiati dalla neurofisiologia, i profumi hanno sempre affascinato per la loro capacità di rievocare emozioni, risvegliare sentimenti e denotare l’eros.
Ma ammettiamolo: la liaison tra Parigi e i profumi è un cliché, peraltro storicamente neanche del tutto corretto.
Nella storia dei profumi infatti la Francia, con il suo carattere un po’ prepotente, si è sempre affacciata sullo scenario europeo e mondiale a partire non da Parigi ma da Grasse, in Costa Azzurra, ma questo grazie alla tradizione profumiera importata dall’italianissima Caterina De Medici.
Promessa in sposa al Duca d’Orleans nel 1533 introdusse presso la corte francese il suo profumiere di fiducia, Renato Bianco. E tra René le Florentin– così soprannominato e i francesi fu amore a prima vista. I profumi da lui creati ebbero subito il merito di facilitare i rapporti sociali a corte e di coprire gli odori malsani di un popolo che – anche nelle sfere più alte- non era avvezzo all’igiene e all’uso dell’acqua.
Oggi invece il profumo è diventato come un vestito per la pelle, quell’accessorio di moda basilare, indimenticabile e invisibile capace di preannunciare l’arrivo e prolungare la partenza di una persona.
E’ in grado di alimentare il carisma di una donna attraverso l’esaltazione della sua bellezza naturale e dell’energia vitale che la abita. Un aura che la rende capace di sedurre in un attimo e rimanere impressa per sempre.
E se a noi italiani va riconosciuta l’assoluta creazione e importazione dei profumi, alle parigine spetta il merito della geografia del profumo, ovvero una mappa dettagliata su dove vaporizzarlo.
Lasciando da parte i gettonatissimi collo e polsi (solo per l’eau de parfum mi raccomando – con la preghiera di non strofinarlo ma di tamponarlo), le mademoiselles d’oltralpe suggeriscono di applicarne una buona quantità all’interno dei gomiti, e nell’incavo delle ginocchia per far scattare l’effetto suivez – moi per chi ci cammina alle spalle.
E poi tra i due seni, una zona molto personale; ma punto strategico per quando ci si spoglia o si viene spogliate.
E tra l’imbarazzo della scelta credo che una casa di profumi, in particolare, meriti di essere citata. Si tratta della Maison Fragonard. Nulla ha risvegliato i miei sensi come la visita al museo (3-5 Square de l’Operà Louis Jouvet). All’interno tutto richiama al fascino e alle note della Provenza.
La Parfumerie Fragonard venne fondata a Grasse nel 1926 da Eugène Fuchs, all’interno di una fabbrica di profumi della fine del XVIII secolo. Fu aperta al pubblico lo stesso anno e ancora oggi è gestita dalla medesima famiglia in quanto diretta da un nipote del suo fondatore e dalle sue figlie (Jean François Costa e le figlie Agnès e Françoise). Per generazioni di uomini e donne, Fragonard rappresenta il sud, la gioia di vivere, la semplicità e la generosità. Così i suoi prodotti si posizionano tra passato e presente, memoria e modernità.
La Parfumerie Fragonard propone un’ampia gamma di prodotti creati nelle sue fabbriche di Grasse e di Eze-Village, tutti contraddistinti da una elevatissima qualità e da una eleganza tutta provenzale.
Una fragranza in particolare? Provate Etolie. Una composizione ammaliatrice.
Ma sta di fatto che scegliere il profumo che più ci rappresenta non è una missione facile. Non bisogna farsi influenzare dalle mode, dalla pubblicità o dagli amici. Il profumo giusto per noi è solo una questione di naso… e se qualcuno dovesse trovare una nostra fragranza un tantino eccentrica, ricondiamo un francese per eccellenza, Napoleone, che era solito dire alla moglie “Sto tornando a casa. Non lavarti”.