Il 31 marzo il Grand Palais ha inaugurato una mostra dedicata al fotografo maliano Seydou Keïta (1921- 2001). Come spesso accade, è stata la casualità a far sì che diventasse uno dei principali ritrattisti del Novecento: infatti, probabilmente avrebbe continuato ad essere falegname, come il padre, se non avesse ricevuto in regalo dallo zio una Kodak Brownie: aveva quattordici anni e fu amore a prima vista, una passione che si trasformerà in un lavoro al quale dedicherà tutta la vita.
Iniziò come autodidatta esercitandosi nel suo studio di venti metri quadrati a Bamako, la sua città natale. In breve tempo, la notorietà aumentò e quei pochi metri quadrati divennero un luogo di incontri fondamentale per la comunità: “Tutta Bamako veniva a farsi fotografare da me, funzionari, commercianti, politici… c’era molto movimento nel mio studio, c’era gente in continuazione, lavoravo sempre”. A chi gli chiedeva per quale motivo realizzasse solo ritratti, Seydou Keïta rispondeva che la richiesta era talmente grande (fino a quaranta ritratti al giorno) da non lasciargli il tempo di dedicarsi ad altro.
Ciò non deve stupire e la clientela aveva buone ragioni per recarsi nel suo studio: l’originalità delle inquadrature, la modernità delle pose e la padronanza della luce segnano la fine delle rappresentazioni “indigene” del popolo africano e svelano una civiltà che guarda ormai al mondo occidentale.
Percorrendo le dodici sale della mostra, si possono ammirare ritratti eseguiti fra il 1949 e il 1963: sono soprattutto foto in bianco e nero della gioventù del Mali, la principale clientela di Seydou Keïta (donne, bambini, gruppi di amici, coppie… ). Nella maggior parte dei casi la luce è naturale e di una qualità straordinaria, ma non mancano foto scattate all’interno del suo studio, a dimostrazione di come sapeva padroneggiare entrambe le circostanze. Gli abiti e i tessuti sono tipicamente africani, ma gli accessori, che il fotografo amava prestare ai suoi clienti (orologi, gioielli, cravatte ma anche una Vespa e una Peugeot 203), fanno l’occhiolino all’Occidente.
E’ senza dubbio interessante soffermarsi nell’ultima sala in fondo: tre schermi trasmettono alcune interviste fatte al fotografo e sono una chiara testimonianza di come svolgeva il suo lavoro e di come interagiva coi suoi clienti. Il fotografo ricorda come erano agitati all’idea di farsi fotografare, da una parte perché ciò era considerato un evento e dall’altra perché erano intimiditi da quella novità tecnologica. Dapprima sceglieva gli sfondi, che potevano includere oggetti di mobilio oppure delle tende, spesso in tinta con gli abiti dei modelli. In seguito, il fotografo osservava il soggetto attraverso la macchina fotografica, poi si avvicinava per modificare la posizione delle braccia, delle mani, o l’inclinazione del corpo, del viso e indicava dove doveva essere rivolto lo sguardo.
I volti nelle foto trasmettono serenità, le pose fierezza. Un’ apparenza di spontaneità che nasconde però un accurato lavoro di preparazione: “Riuscivo ad abbellire qualcuno. Alla fine la foto era stupenda. È per questo che dico che è Arte”. Seydou Keïta voleva sempre poter dare ai suoi modelli la migliore immagine possibile, perché le foto sono ricordi da inviare ai propri cari, ma in questo caso sono anche la memoria di un popolo che il Grand Palais ci invita a (ri)scoprire.
INFORMAZIONI GENERALI
- Dove: GRAND PALAIS- 3, avenue du Général Eisenhower 75008 Paris (entrée Winston Churchill)
Quando : dal 31 marzo all’11 luglio 2016 - Orari : Lunedì, giovedì, venerdì, sabat e domenica dalle 10 alle 20. Notturna il mercoledì dalle 10 alle 22. Chiuso il martedì e il 1 maggio. “Notte europea dei musei” il 21 maggio: tutte le mostre sono gratuite dalle 20. Entrata ammessa fino a mezzanotte, chiusura all’1.
- Contatti: 00 33 (0)1 44 13 17 17
- Costi : intero 10€, ridotto 7€, costo famiglia (4 persone di cui 2 giovani 16-25 anni) 27 €
- Come arrivarci: Bus 28, 63, 83, 93, 42, 52, 73, 80.
Metro: linee 1, 9, 13 (fermata Franklin Roosevelt o Champs- Elysées Clémenceau).
RER : linea C (fermata Invalides).
Velib’ fermata n° 8029, 1, avenue Franklin-D.-Roosevelt- fermata 8001, avenue Dutuit.
Parcheggio Rond-point des Champs-Elysées, Place de la Concorde, Parc François-1er, Alma Georges-V, Champs-Elysées Lincoln, Matignon