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Una mamma a Parigi

Il segreto del bosco di Parigi!

Forse qualcuno non sa che a Parigi vi è un bosco incantanto popolato fin da tempi molto antichi da creature magiche che osservano e a volte fanno sognare i bimbi parigini…eppure ci passeggiano i fidanzati nelle belle giornate di sole, vi lavorano i minuziosi giardinieri, vi si aggirano persone solitarie in cerca di pace dopo il lavoro in città.

Quel che accade a Daniel in un giorno di agosto nessuno l’ha ancora raccontato…

Daniel era un bambino di nove anni che abitava vicino al Bosco di Parigi e appena poteva vi faceva una passeggiata per rilassarsi.

Amava farsi sfiorare dai raggi del sole che filtravano tra i rami degli alberi creando giochi di luce sempre diversi, adorava il profumo intenso dei pini e il brivido lungo la schiena quando uno scoiattolo gli passava vicino rapidissimo per poi nascondersi tra le foglie sul ramo più alto.

Quella mattina stava col naso all’insù ad osservare un uccello che aveva aperto grandi ali nel cielo, quando all’improvviso sentì il terreno sotto i suoi piedi farsi soffice soffice e sprofondare… in un attimo era finito sottoterra.

Quando riaprì gli occhi che aveva chiuso durante la caduta vide intorno a sé un altro bosco dai colori più vivaci e da dietro un cespuglio due occhietti viola lo stavano osservando.

Chi sei?” domandò timidamente il bambino.  “Chi sei tuuu?” Ribatte a gran voce l’esserino da dietro il cespuglio. “Sono Daniel, sono caduto qui poco fa e non so come tornare indietro“.

Gli occhi ora sembravano più grandi e più dolci. “Sei buonooo?” chiesero gli occhi.

“Beh sì… credo di sì, anche se qualche volta non ubbidisco i miei genitori” sussurrò Daniel con sincerità.

Vuoi vedere il mio Bosco?” disse la strana creatura facendo capolino dal cespuglio.

“Mi piacerebbe” rispose Daniel incuriosito. Di fronte a sé aveva nientemeno che un  folletto  con le orecchie a punta e un cappello a forma di fungo forse un po’ troppo grande per lui.

“Aspetta qui, ti porto una pozione magica che ti farà diventare abbastanza piccolo per entrare nel Bosco dei Folletti”.

“Wow” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare Daniel in quel momento.

Folletti ? Ma non erano solo favole?…  Pensò tra sé.

Aspettò e bevve d’un fiato la pozione frizzante che il folletto dagli occhi viola gli portò.

Daniel sentì in un istante il suo corpo ritirarsi e diventare piccolo, sempre più piccolo, finché si fermò.

“Che bello essere qui!” disse Daniel trasognato. “E non hai ancora visto niente, seguimi!” bisbigliò il folletto facendogli l’occhiolino. Poi s’incamminò per un sentiero coperto di foglie dorate, finché il bosco diradò e giunsero nel più bel parco che Daniel avesse mai visto.

C’erano giochi di legno di ogni tipo, creazioni fatte di foglie e fiori, scivoli pazzeschi su cui si scendeva seduti su grandi foglie, ponti tibetani, piste di macchinine, percorsi in canoa su ruscelli d’acqua fresca, liane per dondolare da un ramo all’altro, giostre create con gli elementi della natura, labirinti intricati in cui perdersi, pareti da arrampicare, fiumi da attraversare con barchette di legno…

Ci sarebbero voluti dei giorni per provare tutto!

Come avete realizzato questa meraviglia?” chiese Daniel.

I folletti falegnami costruiscono quello che noi desideriamo e mamme folletto realizzano le decorazioni di foglie e fiori, ogni giorno nascono nuove idee e nuovi giochi” rispose il folletto.

Chissà perché gli uomini non ci hanno ancora pensato...” si chiese Daniel… Ed ecco che tutt’intorno sbucarono centinaia di folletti colorati che sprizzavano allegria da tutte le parti e trascinarono Daniel a vivere le più divertenti avventure che mai avesse provato. Si sentiva libero e veramente felice!

Sì lasciò cadere all’ombra di un pino quando ormai le gambe non lo reggevano più e si accorse che il cielo si stava tingendo di arancio e di rosa, sarebbe stato uno stupendo tramonto!

Si era fatto tardi e Daniel doveva tornare, i suoi genitori lo stavano sicuramente aspettando. “Sali dalla scala che vedi laggiù” disse il folletto dagli occhi viola, porgendogli una pozione azzurrina. “Quando arriverai in cima versa sui capelli questa pozione magica e tornerai grande”.

Daniel salutò il suo amico, salì fino in cima alla scala e si versò in testa la pozione frizzante che profumava di more; di colpo si sentì allungare gambe e braccia sempre di più finché l’incantesimo si fermò.

Il bambino tornò a casa pieno di stupore!

Ciao Daniel, dove sei stato finora?” chiese la mamma passandogli una mano tra i capelli.

Ho fatto una passeggiata nel bosco” rispose.

Oh Daniel, come  sei cresciuto!” disse la mamma guardandolo ammirata.

Daniel sorrise, corse in camera sua e appoggiandosi al metro fissato alla parete notò di essere più alto di ben tre centimetri!

Che al folletto siano scappate tre gocce di pozione magica in più?   😉

Francesca