Barbie in mostra
“Potete finirla adesso di parlare del mio fisico?” E’ il titolo che trionfa nella copertina del “Time” e che – con accanto una foto della bionda più famosa del mondo, un po’ ingrassata e con indosso un tubino nero – annuncia così il cambio della silhouette di Barbie.
Dal 1959 Barbie ha avuto forme irreali (95-45-82), insieme a quella che è stata per lei una combinazione vincente (occhi azzurri, pelle chiara e capelli biondi): così è stato prima del 16 Gennaio 2016 e della nuova collezione Barbie: fashionista.
Da quel giorno in poi Barbie ha avuto (anche) forme normali: bassa, alta e robusta. A queste si aggiungono sette gradazioni di pelle diverse, ventidue colori degli occhi, e ventiquattro colori diversi di capelli e capigliature.
Quello che si legge dai giornali, e quello che la Mattel sostiene è che in questo modo Barbie “rappresenta maggiormente il mondo che circonda i nostri bambini”.
In effetti, se nel 1959 Barbie era una bionda americana, oggi non sarebbe più adeguata per quello che è l’universo quotidiano che abbiamo accanto: un presidente americano nero, delle star come Kim Kardashian, una popolazione per la maggior parte fatta da mescolanze di etnie diverse.
La rappresentazione della mescolanza e della diversità diventa per Barbie un affare più che milionario, discutono però gli esperti di marketing. I filosofi invece mediano un po’ di più e dicono che “il mondo cambia, e Barbie si adatta ad esso”.
Io credo che, come è stato confermato e riconfermato da tanti sociologi della moda e dell’arte, i vari campi e i mondi si intersecano e si influenzano a vicenda; il cambiamento che la bambola pop più famosa del mondo sta subendo inoltre, non poteva non essere notato anche dall’alta cultura, e entrare direttamente in un museo per essere “mostrato” quasi fosse oggi “un’opera d’arte“.
Ecco perchè, dopo Milano, anche Parigi sta per dedicare a Barbie un’esposizione al Musèe des Art Décoratifs: “Alcune mamme hanno rivisto in Barbie la donna oggetto, e una femmina un po’ sciocca” sostiene Anne Monier responsabile del dipartimento giocattoli del museo parigino.
“Dopo il 1990 la Mattel ha puntato molto sul concetto del rosa, sulle paillettes e Barbie finì per sedurre le bambine più piccole (dai 3 ai 6 anni), contro il 1990 quando l’età media del consumatore era dai 6 ai 10. Il risultato è stato che Barbie subì un disinnamoramento.”
Arrivò così negli scompartimenti dei grandi magazzini la Barbie ingegnere informatico, la Barbie aereonautica, la Barbie candidato presidenziale… come per tranquillizzare un po’ tutte.
Anche la bambola bionda si emancipa esattamente come la donna (vera), e a partire dal 1990 riesce a conciliare casa e lavoro, e ad ottenere vari diritti nella sua finta vita.
La mostra che a partire dal 10 marzo si terrà al Musèe des Art Décoratifs ripercorre tutta la storia di Barbie a partire dal 1959, e la cosa che la rende interessante è che ripercorrerà anche la storia della donna – tramite una rappresentazione a dir poco traslata – evidenziando il cambiamento della moda (non dimentichiamoci che oggi Barbie è la più importante fashion blogger – vedi canale instagram), mostrando l’evoluzione delle forme del corpo della donna, e rappresentando sempre meglio la società in cui vive.
- Cosa: “Barbie!”
- Quando: dal 10 marzo al 18 settembre 2016 dal martedì alla domenica dalle 11 alle 18, notturno il giovedì fino alle 21
- Dove: Musèe des Art Décoratifs -107, rue de Rivoli
75001 Paris
Tél. : +33 (0)1 44 55 57 50
Metro : Palais-Royal, Pyramides o Tuileries
Autobus : 21, 27, 39, 48, 68, 69, 72, 81, 95 - Costo del biglietto: 11 euro