Gaspare Manos – un artista giramondo
Per il ciclo delle mie interviste agli italiani, parigini di adozione come me, oggi vi faccio conoscere un artista davvero eccezionale: Gaspare Manos, nato a Bangkok, da genitori diplomatici e che vive e lavora tra Parigi, Londra e Venezia.
Prima di iniziare con le domande, ve lo presento con le parole del critico d’arte Alan Jones:
“Gaspare Manos è in grado di avvalersi di uno spettro particolarmente ricco di esperienze visive, nato da un accumularsi di sensazioni e atmosfere di “phanopoeia”: dalla Thailandia della sua nascita, al Kenya della sua infanzia, dagli anni formativi in posti lontani tra loro come la Grecia e la Svizzera, Londra e Parigi, dalla Venezia e la Dalmazia dei suoi avi, alla modernità di Hong Kong e Manhattan.
Un caleidoscopio di ricordi visivi, un’arte della memoria che consente all’artista di far nascere una fantasmagoria da un semplice biscotto inzuppato in una tazza di thè, o dal profumo appena percepito di una sciarpa di seta. Ma non lasciatevi trarre in inganno: questo non è un album di cartoline colorate riportate da una vacanza al mare, ma il residuo fortemente sentito di una lunga esperienza testimoniato da queste tele. Gaspare Manos nella sua ricerca creativa fornisce una nuova convalida del termine spesso abusato di globalizzazione.
Davanti ai quadri di Gaspare Manos troviamo la conferma materiale di un DNA che ricava intangibili stati d’animo in forma visuale. Questa pratica, come punto di partenza nella costruzione di un quadro a olio su tela, unisce Gaspare Manos direttamente all’approccio dei Simbolisti di fine 19° secolo, allo sguardo interiore, al prestigiatore che consulta il suo globo di vetro, alla visione notturna dei gatti i cui occhi penetrano altre dimensioni dell’esperienza, invisibili agli uomini mortali. Lo strumento pittorico di Gaspare Manos ci permette di penetrare e condividere una “realtà virtuale” come nel caleidoscopio di un bambino che, agitato, produce un’infinità di forme emotive.
I quadri di Gaspare Manos ci stupiscono, dopo decenni di rivoluzione cibernetica che ha trasformato i nostri modi di percepire, e ci ricordano – se vi soffermate a riflettere – che la pittura, questo mezzo espressivo tra i più antichi, rimane il mezzo creativo più diretto, più agile, anzi il più all’avanguardia tra tutti quelli a nostra disposizione. Niente tra quanto la high-tech digitale ha prodotto si avvicina alla semplice applicazione di pigmenti umidi su di una superficie piatta”.
Eccovi quindi la sua
Intervista
Io leggendola l’ho trovato di una simpatia e di una semplicità adorabili, e voi?
Se volete conoscerlo ed ammirare le sue opere, l’appuntamento é alla GALERIE PIECE UNIQUE 4 rue Jacques Callot 75006 a Parigi, il 21 gennaio,dalle 18 alle 20.30, per il vernissage della sua mostra, che rimarrà aperta sino al 10 aprile 2016.
Come ti presenteresti a qualcuno che hai appena conosciuto in un café parisien ?
Parlo spesso alle persone che hanno un cane. Allora direi una cosa del tipo “Votre chien est très mignon, le mien est presque identique . .mais il as 3 pattes le pauvre. Comment s’appelle t’elle la votre ?” etc la cosa suscita un sorriso e una lunga conversazione il tempo di bere il caffe senza gusto che adoriamo prendere al bar Parigino..
Quando sei arrivato a Parigi e perché hai scelto Parigi?
Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi… ( l’avrei detta io se non mi avesse battuto Friedrich Nietzsche prima )
Qual’é l’angolo di Parigi che porti di più nel cuore?
L’angolo Rue de Seine con Rue Jaques Callot, nel sesto arrondissement dove si trova il Bar La Palette: qui come un fiume in piena, scorre Parigi che pensa – e talvolte, dopo svariati bicchieri di pastis, vive senza pensare più’ . .
Il tuo ristorante preferito a Parigi?
Ohhh il ?
Se affamato con amici dopo svariati drinks Le Polidor Restaurant -rue Monsieur Le Prince 75006, Parigi tel 01 43 26 95 34 41
Con famiglia la Brasserie Lipp, 151 Boulevard Saint-Germain, 75006 Parigi
ne avrei almeno altri 30 da darti che amo….
Il tuo negozio parigino preferito?
Anche se non fossi un artista, mi sa che sarebbe : Couleurs du Quai Voltaire – Magasin Sennelier … – Couleurs du quai voltaire paris 75007 Parigi.
Qual’é la cosa che ancora oggi continua a colpirti di Parigi?
Il sentirmi bene, a casa, come se fosse assolutamente normale essere qui, parigino.
Cosa compri a Parigi che non compri e non trovi in nessun altra parte del mondo?
Un dolce da Gerard Mulot e magari anche la merenda se mi viene fame alle 16:00 quando sfornano certe paste [ oddio ho fame] . . vera cucina geniale senza troppo sfarzo ma grande maestria e amore del prodotto. le sfoglie perfette, i macaron favolosi, il suo mille feuille direi quasi orgasmico. Anzi lo dico : Orgasmico, specialmente con un caffe di quelli come a Milano.
Da quando vivi a Parigi hai visitato dei luoghi nei dintorni? Quali suggeriresti?
Vale la pena visitare la casa di Jacques Garcia, il decoratore dell’Hotel Costes, le Château du Champ de Bataille, per poi andare a Trouville efermarsi al ristorante Vapeurs e camminare sulla spiaggia di Trouville da solo per pensare alla vita, o accompagnato per baciarsi con il vento marino sulla fronte..
Ahh les moules frittes… , per non parlare della sogliola ai ferri con pure’ di patate e un bicchierino di Chablis 1er crus.. ohhh hhoohh siiiiii
calma, calma.
C’è una cosa che chi arriva a Parigi dovrebbe assolutamente evitare?
Far finta di essere Parigino. Niente irrita più’ il vero parigino del finto parigino.
Il miglior pregio di Parigi?
Qui c’e’ ancora quello che si può’ definire la cultura, la lettura, lo spirito critico, cartesiano tutte le menti del mondo prima o poi approdano in corpo o spirito su questa spiaggia chiamata Parigi.
Il peggior difetto di Parigi?
L’Arroganza di certi Parigini non ha limiti. L’unica cosa che li fa tacere sono i 2000 anni di storia Italiana, Roma e la lingua Latina . E’ un piacere buttarglielo li così, sul piatto per così dire, a questo tipo do persona. ahh eh oui, ah bon, en effet, c’est vai Roma Caput Mundi.. o dovrei dire Milano Caput Mundi.!