Lo so, lo so che la metropolitana va più veloce.
So anche che se per arrivare in Studio (che si trova dalla parte opposta esatta della città rispetto a dove abito!) prendo lo scooter ci metto ancora meno.
Ma voi non potete capire la serenità che mi trasmette il lungo viaggio sull’84, il mio autobus del cuore.
Esco di casa, un po’ di fretta, a volte presa dai mille pensieri dell’ammasso di cose che dovrò affrontare e risolvere nella giornata e poi… arrivo al Panthéon e lui é lì che mi aspetta.
Perché é da lì che anche lui inizierà la sua giornata di lavoro.
Mi siedo, tiro fuori dalla borsa il mio immancabile libro, inizio a leggere.
E poi vengo inesorabilmente rapita, ogni mattina, dalla vista dai finestrini.
Il Sénat, ed il guidatore che fa un cenno di saluto, ricambiato, alle guardie.
Saint-Suplice e le sue vetrine ancora addormentate.
L’Hotel Lutetia, ora in ristrutturazione, testimone di ricevimenti sfarzosi e di momenti storici drammatici, durante l’occupazione nazista.
Quando ci sono le “vacances scolaires” poi, (che in Francia, occorre dirlo, sono un giorno sì ed uno no, tanto da farvi davvero rimpiangere di aver studiato altrove) il mio 84 é semivuoto.
Così posso starmene tranquilla seduta sul sedile, spesso senza neppure qualcuno accanto..un sogno nella Parigi sovraffollata e sovraeccitata dei giorni lavorativi.
Ripenso al metro, al caldo, al contatto soffocante con la folla che si affretta, ai cambi di linea ed ai corridoi dall’odore caratteristico.
Sì, é vero, metterei 20 minuti meno.
E 20 minuti meno la mattina non son certo pochi.
Ma ormai é fatta. Sono innamorata… E l’amore si sa toglie il sonno!