Il casellante”, in scena al Teatro Carcano fino al 5 febbraio, è la trasposizione scenica dell’omonimo romanzo di Camilleri. Questo spettacolo utilizza varie modalità espressive: il canto, la musica, la recitazione per costruire una storia divertente e tragica ambientata nella Sicilia del 1942.
I protagonisti sono due giovani sposi alla cui felicità manca solo l’arrivo di un figlio, tanto desiderato. Se nel primo atto predomina l’atmosfera allegra e divertente con macchiette e canzoni che ricostruiscono l’ambiente siciliano del periodo della seconda guerra mondialee del Fascismo, nel secondo atto la situazione precipita in una drammaticità che scuote e coinvolge lo spettatore
L’immagine della Sicilia che viene ricostruita è viva e vibrante, diversa da quella convenzionale; testo e canzoni si susseguono rapidamente, rendendo molto vivace ogni scena. La lingua poi è decisamente originale, poiché si tratta di un siciliano parzialmente inventato dallo stesso Camilleri, tanto che viene definito “vigatese” benché il paese di Vigate sia in realtà un luogo immaginario.
Bravissimi gli interpreti: l’eclettico Moni Ovadia, che in questo spettacolo interpreta ben sei ruoli diversi, la coppia formata da una drammatica Valeria Contadino e dall’attore, cantante o (come si autodefinisce) musicante Mario Incudine, e tutti gli altri membri dell’affiatata compagnia.
Al Teatro Carcano di Milano
da mercoledì 25 gennaio a domenica 5 febbraio 2017
Moni Ovadia
Valeria Contadino Mario Incudine
IL CASELLANTE
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
Regia Giuseppe Dipasquale
La mamma di una milanese a Parigi