Dopo aver presentato, sulle scene del teatro Carcano, l’anno scorso, il balletto “Otello”, Fabrizio Monteverde propone quest’anno un nuovo balletto ispirato alla figura di Don Chisciotte.
Questo personaggio di Miguel Cervantes, protagonista del romanzo scritto nel 1605, ha ispirato diversi autori teatrali e coreografi grazie alla particolarità della sua figura: un idealista che, nutrito di letture cavalleresche, vive in un mondo trasformato dalla sua fantasia, scontrandosi con una realtà totalmente diversa.
Per quanto riguarda le versioni coreografiche, ricordiamo in particolare la prima rappresentazione al Teatro Bolshoi di Mosca, nel 1869, con la coreografia di Marius Petipa e musica di L. Minkus e la versione di Rudolf Nureyev, presentata anche alla Scala di Milano, nel settembre 1980, con Carla Fracci e lo stesso Nureyev.
Oggi “Don Chisciotte” è considerato uno classico del balletto e viene allestito da molte compagnie.
La rappresentazione coreografata da Monteverde, che riprende le musiche di Minkus, vuole proporre non tanto la vicenda narrata nel romanzo, quanto una riflessione su chi è oggi Don Chisciotte. Per lasciar parlare il coreografo, in una intervista rilasciata a Inscena:“ Si intitola “Io, don Chisciotte” non perché autobiografico, ma per raccontare questo personaggio attraverso i miei occhi, il sentirsi un po’ alieno in un contesto che cambia continuamente e in cui si fa fatica a riconoscersi. Personaggi un po’ strabici che vorrebbero vivere la realtà in modo diverso, dagli artisti ai filosofi, che sono degli alieni in questo momento storico».
“Lo spettacolo ha una dedica: agli illusi, a chi viene sconfitto e persiste nel combattere.”
La coreografia è particolarmente interessante, su base classica con movimenti moderni, ritmo sostenuto e passaggi difficili, quasi acrobatici, che i due protagonisti (Francesco Costa, Azzurra Schena) e l’intera compagnia eseguono con grande bravura, sia tecnica che espressiva.
All’inizio dello spettacolo, il sipario si apre su una scena buia, in cui solo l’occhio di bue illumina il protagonista, seduto su una pila di libri; la voce di Stefano Alessandroni, recita il passo “A tutti gli illusi”, testo scritto da Corrado d’Elia per il suo spettacolo “Don Chisciotte, diario intimo di un sognatore”.
Riporto questa dedica che, davvero suggestiva, dà la chiave di interpretazione di tutto il balletto e un po’ ci fa pensare “Be’…sì….anch’io, Don Chisciotte”
“A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
a tutti i teatranti.”
Teatro Carcano di Milano
IO, DON CHISCIOTTE
Balletto di Roma
Coreografia e regia: Fabrizio Monteverde
Musiche: Ludwig Minkus e AA.VV.