Al Teatro Carcano di Milano, questa volta, non sono andata per seguire un dramma o una commedia; si è trattato di un lungo monologo portato in scena non da un’attrice, ma da una giornalista e scrittrice, che molti conosceranno per la sua partecipazione a trasmissioni televisive e radiofoniche di attualità: Michela Murgia.
L’unica scenografia sul palco è costituita da una consolle, uno schermo, delle slides; di sottofondo una musica molto particolare, eseguita dal vivo da Francesco Medda Arrogalla.
Il titolo, chiaramente provocatorio, riprende quello di un libro che l’autrice ha pubblicato nel 2018 con Einaudi, il cui sottotitolo rielabora la celebre frase di Forrest Gump: “Fascista è chi il fascista fa”.
Che vuol dire? Pur professandoci fermamente democratici, spesso anche noi cadiamo nella tentazione di usare frasi, diventate comuni, o idee che scattano in noi in modo quasi automatico senza renderci conto della loro portata nettamente antidemocratica e autoritaria, oppure, più semplicemente, irrazionale.
Un esempio “Questo è razzismo all’incontrario” (quando, in certi casi, si pensa che vengano favoriti gli stranieri a discapito degli Italiani): non esiste il razzismo al contrario!
O una affermazione è razzista, cioè si basa su un pregiudizio nei confronti di chi non appartiene alla stessa razza, o non è razzista…. Ma ci avevamo pensato?
La scrittrice inizia con una affermazione apparentemente di buon senso “Non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo all’Italia di oggi, sembra che non interessi piú a nessuno, tanto meno alla politica.”…..poi però il ragionamento prosegue: “ Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?”
E proseguendo su questo stile l’autrice propone altre riflessioni semiserie che conducono lo spettatore ad accorgersi di come le parole generano comportamenti e del fatto che chi controlla le parole di tutti controlla i comportamenti di tutti. La giornalista infatti sostiene:«La parola è la cosa più manipolabile che abbiamo; usando un certo linguaggio si può portare un intero Paese a diventare e a pensare in un certo modo»
Al termine del monologo, Michela Murgia propone un divertente “Fascistometro”, con cui, presentando frasi pronunciate da personaggi di destra e di sinistra, conduce il pubblico a misurare la propria adesione al modo di pensare antidemocratico , proprio quello che, a parole, rifiuta con decisione.
da giovedì 12 a domenica 15 dicembre 2019
ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI
di e con Michela Murgia
Drammaturgia sonora eseguita dal vivo da Francesco Medda Arrogalla