“Il favoloso mondo di Amélie compie vent’anni”
Ne ha fatta di strada la GIOVANE ragazza con un gusto quasi maniacale per i piccoli piaceri della vita, come immergere le mani in un sacco di legumi e spaccare la crosticina delle creme brulè con la punta del cucchiaio.
Questa pellicola è stata in grado di catalizzare l’attenzione dividendo gli spettatori in due fazioni: c’è chi lo ama e c’è chi invece lo detesta. Chi lo erge a simbolo di una generazione di sognatori e chi lo identifica come un trauma da cui svegliare tutte quelle ragazze troppo inclini al fantasticare.
Nulla di personale con la bellissima Audrey Tatou ma faccio parte della categoria di persone – forse poche- alle quali Amélie non piace.
Amélie è una ragazza carina e gentile, ma a mio avviso anche un po’ presuntuosa; sicuramente diversa dalle altre. Lontana mille miglia dal “solito” e moderno approccio alla vita, trascorre le giornate tra il suo appartamento e il bar in cui lavora, spettatrice delle esistenze degli altri e forse anche della sua. Potrebbe quasi essere il corrispettivo femminile di Stoner di William John Edward. Non ci sono emozioni forti, per lei, se non quelle che riesce a provare da sola e questo finisce per creare una distanza abissale con il resto del mondo: niente fidanzati, niente amicizie, solo un piacevole contatto con un vicino dalle “ossa di vetro” che le dà lezioni di pittura e che – come lei, ma per altri motivi – è impossibilitato a scontrarsi con la vita.
Scontato arrivare alla conclusione che tutto questo genera intorno alla ragazza un’aria di solitudine.
Scritto e diretto da Jean -Pierre Jeunet, il film ha debuttato nelle sale cinematografiche francesi nel 2001 ottenendo nel giro di poco tempo un successo mondiale diventando forse il film più iconico degli ultimi venti anni.
Per quanto e come già detto non sia una grande fan questa pellicola non posso non ammettere che ha influenzato una generazione intera lanciando un messaggio importante; che la vita, nonostante tutto, è unica e bellissima se la sappiamo colorare con i sogni, con le emozioni, qualche maschera e qualche finzione.
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