Messieurs Les Présidents.
Una caratteristica che i francesi adorano di se stessi e che fanno pesare un po’ a tutti 😉 – noi per primi – è il fatto di essere molto orgogliosi. Nazionalisti e patriottici. E come dar loro torto? La storia ce lo ha insegnato e lo ha impresso bene nero su bianco sui libri, di quanto questa nazione sia stata “grande” nel corso di tutta la sua storia sotto ogni punto di vista; politico, umano, artistico ed architettonico.
Questa maestosità è dovuta prima di tutto ai francesi ma anche ai loro Presidenti che dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale si sono susseguiti e che hanno lasciato un segno tangibile di questa grandezza a Parigi. Già perché la bellezza e l’importanza di una città si misura soprattutto anche dai segni tangibili che questi hanno lasciato.
Charles De Gaulle, sottotenente prima e capitano poi, ha combattuto entrambe i conflitti mondiali. Uomo capace e pratico è stato proprio sotto il suo mandato che furono gettate le basi per l’imponente progetto urbanistico della Défense.
George Pompidou volle regalare alla città un grande centro culturale ed affidò agli architetti Renzo Piano e Richard Roger il progetto per il Centre Pompidou, oggi polo museale di grande rilievo, riconoscibilissimo per la sua diversa, quanto stridente architettura inserita in un quartiere come quello dei Beaubourg.
Valéry Giscard d’Estaigne lasciò il suo segno sulla rive gauche, provvedendo ad una ristrutturazione importante del Museo d’Orsay, casa di una delle più prestigiose e numerose collezioni impressioniste. Una volta concluso questo ambizioso progetto, diede mandato all’architetto Bernard Schumi di dare inizio alla creazione del Parc de la Villette, nella zona nord est della città, con annesso Museo della Scienza.
Il socialista Françoise Mitterand terminò l’opera del Parc de la Villette con la costruzione della Cité de la Musique, ovvero il grande conservatorio della città di Parigi e seguì personalmente il progetto dell’Istituto del Mondo Arabo di Jean Nouvel. Nel 1993 aprì ufficialmente la Grand Louvre dopo che nel 1988 era stata messa in opera la piramide di Ieon Ming Pei. Tra gli altri grandi progetti di questo lungimirante presidente ci sono anche la Bibliotèque National, posta lungo la sponda sinistra della Senna e le Grand Arche alla Défence.
Poi c’è stata l’era di Jaques Chirac, uno dei presidenti più amati, e grande amante dell’arte primitiva e non occidentale. Ha fortemente voluto il Museo Quai Branly inaugurato nel giugno del 2006 e dedicato appunto alle arti primitive.
Chi invece non sembra aver lasciato nessun segno tangibile nella storia architettonica della città e del loro passaggio sono gli ultimi due Presidenti; Nicolas Sarkoszy e Françoise Hollande..