Chi l’avrebbe mai detto che Giuseppe De Nittis, classe 1846 di origine pugliese sarebbe arrivato ad essere incluso tra i grandi nomi della corrente dell’Impressionismo.
Un giovanotto piccolo, tarchiatello dalla barbetta e dai capelli neri, vestito bene e ricco di espansiva burberanza, unita alla vita inquieta e libera, appassionata ed ispirata, lo porteranno dalla provincia pugliese alla ribalta della Ville Lumière.
E’ proprio a Parigi che De Nittis poté esprimere al meglio la propria arte e l’amore per la pittura, fuori dai rigidi schemi dell’accademia.
Le sue opere sono infatti frutto di lunghe passeggiate all’aria aperta con il cavalletto in spalla, pronto a mettere sulla tela tutto quello che attirava la sua attenzione.
Aveva quel particolare dono di cogliere la realtà com’era in quel preciso istante, facendo diventare la luce protagonista e parte integrante della tela; ma ciò che distingueva la pittura di De Nittis erano anche le numerose scene di vita sociale.
Amava la città di Parigi, ritraendone i dettagli e le bellezze, tanto che nella comunità pittorica locale verrà definito più parigino degli stessi parigini. (In futuro sarà nominato non a caso peintre des parisiennes, “pittore della parigine”).
E’ durante questo periodo che conosce Leontine Gruvelle, la donna che diventerà sua moglie e che influenzerà il suo stile. Le donne avevano sempre avuto un ruolo centrale nei ritratti dell’artista, immortalate sempre come espediente per raccontare la vita mondana del luogo: corse, parchi, passeggiate e salotti erano i veri soggetti delle opere di De Nittis.
Il culmine della sua carriera si avrà nel 1874 quando i suoi quadri vennero esposti nello studio del pittore Nadar, nella data che segna la nascita del vero Impressionismo. Era l’unico italiano.
Vi espose cinque tele, il Bois Lavar di luna, Campagna del Vesuvio, Studio di donna, Strada in Italia, consacrando così il suo nome tra i grandi della corrente.
In quello stesso anno lasciò Parigi per trasferirsi a Londra, ritraendo ambienti e atmosfere completamente distanti da quelli parigini.
Attraverso la rappresentazione di nubi, caos e smog, messi su tela con una cruda dolcezza che troverà fame anche in Gran Bretagna.
Sarà il 1884 quando, alla giovanissima età di 38 anni, un ictus celebrale lo colpirà, lasciando un ricordo meraviglioso nella memoria di coloro che lo hanno conosciuto e un inestimabile patrimonio artistico. Sulla lapide posta all’interno del Père Lachaise Alexandre Dumas (figlio) scrisse:
Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis, morto all’età di trentotto anni in gioventù, in amore pieno, in piena gloria, come gli eroi e i semidei.