Piccolo Gufo se ne stava appollaiato sul ramo, teneva sempre un occhio a aperto e un occhio chiuso, di giorno dormiva e l’occhio aperto serviva a tenere lontano chiunque tentasse di disturbarlo, di notte l’occhio chiuso gli serviva per far finta di dormire e studiare i dintorni.
Era un notte fredda e silenziosa, aveva appena nevicato e Piccolo Gufo arruffava le piume per riscaldarsi un po’, la luna piena illuminava il bosco, i suoi genitori erano usciti a caccia e sarebbero tornati all’alba.
Era ancora piccolo per cacciare, riusciva a mala pena a saltare giù dal ramo e se sotto non c’era uno strato di foglie ad attutire la caduta rischiava ancora di farsi male.
All’improvviso vide passare davanti a lui nientemeno che un topolino in volo. “Forse è la fame che mi fa brutti scherzi” pensò. “O forse mi sono addormentato un attimo e ho sognato…“.
Restò lì immobile finché il cielo si tinse di rosa per una dolcissima aurora e non disse nulla ai suoi quando tornarono con il loro bottino. La notte successiva però accadde la stessa cosa, un topolino cicciottello gli volò sotto il naso e lui era sveglio, sveglissimo!
La cosa gli pareva alquanto strana e benché fosse un gufetto di pochi mesi sapeva bene che i topi non volano, così decise di chiedere consiglio al Vecchio Saggio Gufo che abitava nella grande quercia al centro del bosco.
“Allora anche tu l’hai visto tanti anni fa?” chiese il gufetto più sicuro di sé. “Sì l’ho visto ed è per questo che ora sono qui” Rispose fiero il Saggio Gufo.
Piccolo Gufo non capiva esattamente cosa significasse tutto questo ma doveva essere una cosa speciale, mamma e papà sarebbero stati felici per lui!
“Ma certo!” rispose il Saggio “Qui costruirete il vostro bellissimo nido!”
Piccolo Gufo tornò sul suo ramo, quel giorno fece una bella dormita e si preparò per la magica notte!
Che gioia, che bello, che sogno! Per la felicità lo strinse fra le sue ali e gli diede un bacio sul naso.